Con il recente Provvedimento n. 364/2024, il Garante della Privacy ha fornito nuove indicazioni sulla gestione dei metadati generati dall’uso della posta elettronica nei contesti lavorativi. Questo documento è nato a seguito di una consultazione pubblica e intende fornire ai datori di lavoro direttive più chiare sul trattamento dei metadati, per garantire la conformità alla normativa sulla protezione dei dati.

Cosa sono i metadati e perché sono rilevanti?

I metadati sono informazioni che descrivono altre informazioni. Nel caso della posta elettronica, si riferiscono a dati quali l’indirizzo del mittente e del destinatario, gli indirizzi IP dei server coinvolti, l’ora di invio e di ricezione, la dimensione del messaggio e la presenza di eventuali allegati. Anche l’oggetto del messaggio potrebbe essere considerato un metadato, sebbene non riguardi il contenuto effettivo della comunicazione.

Questi metadati, pur non contenendo il contenuto del messaggio stesso, possono fornire dettagli importanti sulle abitudini e sulle interazioni dei lavoratori, rendendo così il loro monitoraggio una possibile violazione della privacy. Di conseguenza, il Garante ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che i datori di lavoro possano usare tali dati per monitorare i dipendenti, anche senza accedere ai contenuti effettivi delle email.

Quali sono le novità introdotte dal provvedimento n. 364/2024?

Il Garante ha stabilito che i metadati raccolti durante l’uso della posta elettronica dai dipendenti non possono essere conservati in modo generalizzato per periodi di tempo prolungati, a meno che non ci siano specifici motivi di sicurezza informatica o di buon funzionamento del sistema.

La conservazione dei metadati, se generalizzata e prolungata, può essere effettuata solo in presenza di accordi sindacali o previa autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL), come previsto dall’art. 4 comma 1 dello Statuto dei Lavoratori. Senza tali presupposti, il periodo di conservazione dei metadati non dovrebbe superare i 21 giorni, salvo condizioni particolari che giustifichino una durata maggiore.

Quali rischi comporta la conservazione dei metadati?

La raccolta generalizzata dei metadati può comportare la possibilità per il datore di lavoro di acquisire informazioni sulla vita privata dei dipendenti, come le abitudini di comunicazione o le relazioni personali. Questo potrebbe violare il diritto alla privacy e risultare in un monitoraggio sistemico dei lavoratori, che andrebbe oltre la valutazione delle loro capacità professionali.

Il Garante, inoltre, ha sottolineato che la raccolta e la conservazione dei metadati non deve avvenire in modo sproporzionato, e deve rispettare il principio di minimizzazione dei dati, previsto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Quali sono gli obblighi dei datori di lavoro?

I datori di lavoro devono garantire che i sistemi di gestione della posta elettronica rispettino le indicazioni fornite dal Garante. In particolare, devono:

  • Verificare che i servizi di gestione della posta elettronica in uso consentano di conformarsi alla normativa sulla protezione dei dati;
  • Implementare servizi che limitino la conservazione dei metadati a pochi giorni (massimo 21 giorni) o adottare misure di cancellazione e anonimizzazione automatica;
  • Limitare l’accesso ai metadati solo a soggetti debitamente autorizzati;
  • Aggiornare le informative privacy per i dipendenti, specificando il trattamento dei metadati;
  • Effettuare valutazioni d’impatto (DPIA) per verificare i rischi del trattamento.

Quali sono le conseguenze per chi non si adegua?

I datori di lavoro che non rispettano queste disposizioni rischiano di incorrere in sanzioni da parte del Garante per la protezione dei dati. L’Autorità ha infatti sottolineato che il monitoraggio sistemico dei dipendenti attraverso i metadati può essere considerato una grave violazione del diritto alla privacy, con conseguenze rilevanti sia in termini di danno reputazionale che di sanzioni economiche.

Quali sono le misure che i datori di lavoro devono adottare?

Tra le principali misure che i datori di lavoro possono adottare per conformarsi alle nuove regole, rientrano:

  • Riduzione della durata di conservazione dei metadati: non superiore a 21 giorni, salvo giustificazioni tecniche particolari.
  • Adozione di software che permettano la cancellazione o l’anonimizzazione automatica dei metadati una volta trascorso il periodo consentito.
  • Limitazione dell’accesso ai dati: garantire che solo il personale autorizzato possa accedere ai metadati.
  • Sottoscrizione di accordi sindacali: ove necessario, i datori di lavoro dovrebbero stipulare accordi con le rappresentanze sindacali o richiedere l’autorizzazione all’ITL per estendere i tempi di conservazione dei metadati.

Conclusioni

Il provvedimento n. 364/2024 del Garante rappresenta un importante passo avanti nella tutela della privacy dei lavoratori. I datori di lavoro sono chiamati a implementare misure adeguate per garantire che i metadati generati dall’uso della posta elettronica siano trattati in conformità con la normativa vigente, rispettando i principi di necessità, minimizzazione e proporzionalità.

Sebbene queste regole impongano ulteriori obblighi ai datori di lavoro, proteggere la riservatezza dei dipendenti è una priorità fondamentale che non può essere ignorata. Le aziende devono quindi rivedere le loro politiche di gestione dei dati e adeguarsi alle nuove disposizioni per evitare sanzioni e per garantire un ambiente di lavoro conforme e rispettoso dei diritti fondamentali dei lavoratori.

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