Introduzione
Il coordinatore infermieristico, noto anche come coordinatore delle attività infermieristiche o caposala, è una figura cruciale nel sistema sanitario e sociosanitario italiano. Questo ruolo richiede non solo competenze avanzate in ambito clinico, ma anche abilità manageriali, relazionali e organizzative.
Negli ultimi anni si è sviluppato un dibattito acceso circa i requisiti per poter ricoprire questa posizione nelle RSA e, segnatamente, riguardo l’obbligo di conseguire un master specifico.
Il presente contributo si propone l’obiettivo di esaminare, alla luce del quadro normativo vigente in materia, le condizioni per l’accesso al ruolo, esponendo le ragioni alla base dell’obbligo normativo del master per il coordinamento infermieristico.
Il ruolo del coordinatore infermieristico nelle RSA
Il coordinatore infermieristico riveste un ruolo di responsabilità all’interno delle RSA, dove sovrintende all’organizzazione del personale infermieristico, alla qualità delle cure e all’interazione con i pazienti e le loro famiglie. Le sue funzioni includono:
- Gestione del personale: si occupa di organizzare i turni, assegnare i compiti e monitorare le prestazioni del personale infermieristico e assistenziale.
- Gestione delle risorse: è responsabile della corretta allocazione delle risorse materiali e strumentali necessarie per l’assistenza.
- Supervisione clinica: garantisce che le pratiche assistenziali rispettino gli standard previsti dalla normativa e dai protocolli sanitari.
- Relazione con i pazienti e le famiglie: si occupa di mediare tra le esigenze dei pazienti, delle loro famiglie e le risorse della struttura.
La normativa italiana e l’obbligo del master
Questo ruolo richiede competenze necessariamente avanzate che devono essere acquisite attraverso un percorso formativo specifico.
In Italia il percorso per diventare coordinatore infermieristico prevede l’obbligo di conseguire un titolo di laurea in infermieristica e, successivamente, un master di primo livello in management e coordinamento delle professioni sanitarie.
Nello specifico, il riferimento normativo è costituito dall’art. 6, comma 4, della Legge n. 43/2006 che richiede il possesso dei seguenti requisiti:
a) master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento nell’area di appartenenza, rilasciato ai sensi dell’articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell’articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270;
b) esperienza almeno triennale nel profilo di appartenenza.
Pertanto, il conseguimento del master in management e coordinamento dell’area sanitaria e l’esperienza in ambito infermieristico almeno triennale costituiscono requisiti imprescindibili per l’accesso ai ruoli di coordinamento, essendo stati introdotti per rispondere alla crescente complessità delle realtà sanitarie e sociosanitarie, dove il coordinatore infermieristico non deve solo possedere competenze cliniche, ma anche capacità gestionali e amministrative.
Le ragioni dell’obbligo del master
L’introduzione dell’obbligo del master per i coordinatori infermieristici nelle RSA risponde, infatti, a diverse esigenze:
- Aumento della complessità gestionale: le RSA ospitano pazienti con esigenze complesse, spesso affetti da patologie croniche e comorbilità. La gestione di queste strutture richiede competenze specifiche in ambito organizzativo e gestionale che non possono essere acquisite con la sola laurea in infermieristica.
- Necessità di competenze multidisciplinari: Il master fornisce una preparazione in aree quali il diritto sanitario, l’economia sanitaria e la gestione delle risorse umane, essenziali per garantire una gestione efficace delle RSA.
- Qualità dell’assistenza: la presenza di un coordinatore infermieristico adeguatamente formato contribuisce a migliorare la qualità delle cure fornite nelle RSA, riducendo il rischio di errori e aumentando la soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari.
- Conformità alla normativa: l’obbligo del master garantisce che le RSA rispettino gli standard qualitativi previsti dalle normative nazionali e regionali, riducendo il rischio di sanzioni e migliorando l’accreditamento delle strutture.
Requisiti preliminari di accesso al master: il diploma di scuola secondaria superiore quinquennale
Un aspetto essenziale, sebbene spesso trascurato, è il requisito del diploma di scuola secondaria superiore quinquennale per l’accesso al master di primo livello.
Tale pre-requisito, del tutto ininfluente per gli infermieri di “nuova generazione” in possesso del diploma di laurea, assume rilevanza per tutti quei professionisti che hanno acquisito il titolo abilitante all’esercizio della professione nel precedente ordinamento didattico, frequentando scuole professionali regionali in assenza della maturità quinquennale.
Sebbene non vi sia una normativa esplicita che imponga il diploma di scuola secondaria superiore quinquennale quale condizione imprescindibile per l’accesso ai master, tanto la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) quanto il Ministero dell’Università e della Ricerca hanno fornito chiare indicazioni in tal senso.
A tale conclusione si perviene prendendo le mosse dal D.Lgs. n. 502/1992 “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421” che all’art. 6, comma 3, ha previsto: “[…] A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per l’accesso alle scuole ed ai corsi disciplinati dal precedente ordinamento è in ogni caso richiesto il possesso di un diploma di scuola secondaria superiore di secondo grado di durata quinquennale. […]”.
Analogamente, la normativa successiva di cui alla Legge n. 42/1999 recante “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” (art. 4) e la Legge n. 1/2002 recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario” (art. 1, comma 10) ha ulteriormente previsto il possesso del diploma di scuola secondaria superiore di secondo grado di durata quinquennale quale requisito necessario per l’accesso ai Corsi di studio universitari e di formazione post-lauream.
Ricorda, in ultima analisi, il Ministero che la normativa concernente l’autonomia delle Università Italiane, di cui il D.M. 509/1999 e successivamente il D.M. 270/2004 “Modifiche al regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509” (art. 6), prevede quale requisito di ammissione ai corsi di formazione superiore il possesso del “diploma di scuola secondaria superiore o di altro titolo di studio conseguito all’estero, riconosciuto idoneo”.
Di conseguenza, questo requisito è stato accolto dalle Università italiane che lo hanno incluso tra i criteri indispensabili per l’ammissione al master.
Questo pre-requisito, quindi, non solo conferma l’importanza della formazione di base per i coordinatori infermieristici, ma rafforza anche la qualità del percorso formativo stesso, contribuendo a formare professionisti altamente qualificati e competenti nel loro ruolo.
Conclusione
Il coordinatore infermieristico nelle RSA è una figura di grande responsabilità, il cui inquadramento normativo e percorso formativo sono stati definiti per garantire la massima qualità dell’assistenza offerta.
L’obbligo del master in management e coordinamento delle professioni sanitarie, imposto dalla normativa italiana, è giustificato dalla necessità di dotare questi professionisti delle competenze necessarie per affrontare le sfide gestionali e organizzative che caratterizzano il settore sanitario e sociosanitario.
Inoltre, sebbene la normativa non espliciti formalmente l’obbligo del diploma di scuola secondaria superiore quinquennale per l’accesso al master di primo livello in management e coordinamento delle professioni sanitarie, le indicazioni fornite dalla FNOPI e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, seguite a livello applicativo dalle Università, rendono tale requisito imprescindibile, contribuendo all’innalzamento della qualità professionale e della formazione dei professionisti sanitari, a beneficio del benessere dei pazienti e del miglioramento complessivo del sistema sanitario.