Il tema del rilascio tardivo delle autorizzazioni sanitarie da parte delle amministrazioni pubbliche è al centro di numerose controversie giudiziarie. La giurisprudenza si è più volte espressa sulla responsabilità delle amministrazioni in casi in cui il ritardo nel rilascio delle autorizzazioni ha causato danni ingenti ai soggetti privati, che vedono compromesse le loro attività economiche. Una delle sentenze più recenti e rilevanti su questo tema è quella del Consiglio di Stato, Sez. II, 8 giugno 2023, n. 5624, che conferma la responsabilità della Regione per i ritardi nel rilascio di un’autorizzazione sanitaria a un laboratorio di analisi.
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In cosa consisteva la controversia?
Nel 2012, una società titolare di un laboratorio di analisi presentava alla Regione Lazio un’istanza per la realizzazione di un poliambulatorio privato. Tuttavia, la Regione rigettava la richiesta, sostenendo che non vi fosse necessità di ulteriori strutture sanitarie nella zona. Tale decisione era basata su dati di fabbisogno assistenziale che la società considerava obsoleti.
La società ha così adito il TAR Lazio, che ha annullato il diniego della Regione. Nonostante la sentenza favorevole, la Regione continuava a ritardare l’emissione dell’autorizzazione sanitaria, costringendo la società a intraprendere un ulteriore giudizio di ottemperanza.
Qual è stata la posizione del Consiglio di Stato?
Il Consiglio di Stato, nel 2023, ha ritenuto ingiustificato il comportamento dilatorio della Regione, sottolineando come questo costituisse una violazione non solo delle norme regolamentari in materia autorizzativa, ma anche delle regole della concorrenza e del mercato. Infatti, il ritardo prolungato nel rilascio dell’autorizzazione ha limitato l’offerta di prestazioni sanitarie sul mercato privato, causando un ingiustificato danno al laboratorio di analisi.
La sentenza ha stabilito che “le condotte omissive della Regione costituiscono una palese violazione delle norme interne che regolano il procedimento teso all’emanazione del provvedimento richiesto” e hanno determinato una restrizione dell’offerta di servizi sanitari. Il Consiglio di Stato ha, quindi, condannato l’amministrazione al risarcimento dei danni subiti dalla società, accogliendo sia la domanda di danno emergente (gli investimenti effettuati per l’allestimento della struttura), sia quella di lucro cessante (il mancato avvio dell’attività imprenditoriale).
Quali sono le conseguenze per le amministrazioni pubbliche?
Questa sentenza rafforza il principio secondo cui le amministrazioni pubbliche devono agire con diligenza e tempestività nel rilascio di autorizzazioni, soprattutto quando il ritardo può comportare un danno economico significativo. Il Consiglio di Stato ha ribadito che le amministrazioni non possono bloccare senza giustificazione l’attività di soggetti privati e che il ritardo nel rilascio delle autorizzazioni deve essere adeguatamente motivato e giustificato da necessità istruttorie.
Come viene valutato il danno emergente e il lucro cessante?
Nel caso in esame, il Consiglio di Stato ha riconosciuto la sussistenza del danno emergente sostenuto dalla società a causa degli investimenti effettuati per la predisposizione del poliambulatorio. Inoltre, è stato riconosciuto anche il lucro cessante per il mancato avvio dell’attività, considerando che la struttura sanitaria avrebbe iniziato a generare ricavi se l’autorizzazione fosse stata rilasciata nei tempi previsti.
Quali sono le normative rilevanti in questo ambito?
Il procedimento di rilascio delle autorizzazioni sanitarie è regolato da diverse normative nazionali e regionali, tra cui:
- Legge 241/1990: disciplina generale dell’attività amministrativa e prevede che i procedimenti amministrativi debbano essere conclusi entro termini prestabiliti.
- Codice della concorrenza: stabilisce che le amministrazioni pubbliche non possono limitare l’offerta di servizi senza giustificazioni valide.
- Normativa regionale in materia di sanità: le Regioni hanno competenza sulla pianificazione sanitaria e sui fabbisogni di servizi sanitari, ma non possono basarsi su dati obsoleti per negare autorizzazioni a strutture private che rispettano i requisiti tecnici e sanitari.
Quali precedenti giurisprudenziali esistono?
Il caso del Consiglio di Stato del 2023 non è isolato. Esistono numerosi precedenti in cui la giurisprudenza ha riconosciuto la responsabilità delle amministrazioni pubbliche per i ritardi nel rilascio delle autorizzazioni, in particolare nel settore sanitario:
- Consiglio di Stato, Sez. IV, 12 aprile 2021, n. 3274: in questo caso, il Consiglio di Stato ha condannato una ASL per il ritardo nel rilascio dell’autorizzazione a un centro diagnostico, riconoscendo che l’inerzia dell’amministrazione aveva causato danni economici rilevanti al richiedente.
- TAR Lazio, 15 novembre 2019, n. 12875: il TAR ha stabilito che il ritardo della Regione Lazio nel rilascio di un’autorizzazione per una clinica privata configurava una violazione del diritto alla libera impresa.
Quali sono le implicazioni di questa sentenza per il settore sanitario?
Questa sentenza ha un impatto significativo sul settore sanitario privato, in particolare per i laboratori di analisi e le strutture ambulatoriali. Le amministrazioni pubbliche non possono più permettersi di ritardare ingiustificatamente il rilascio delle autorizzazioni, rischiando di incorrere in pesanti condanne risarcitorie.
Inoltre, il riconoscimento della responsabilità colpevole delle amministrazioni contribuisce a rendere il sistema sanitario privato più competitivo, garantendo che le nuove strutture possano accedere al mercato in tempi ragionevoli e senza ostacoli burocratici.
Quali esempi giurisprudenziali esistono sul tema del rilascio tardivo di autorizzazioni sanitarie?
In ambito sanitario, il ritardo nel rilascio di autorizzazioni da parte delle amministrazioni pubbliche può avere conseguenze economiche significative per i soggetti privati coinvolti. La giurisprudenza recente ha affrontato diversi casi in cui tali ritardi sono stati ritenuti ingiustificati e lesivi, portando alla condanna delle amministrazioni. Di seguito, vengono presentati alcuni casi giurisprudenziali che chiariscono il quadro normativo e le implicazioni legali.
Consiglio di Stato, Sez. II, 8 giugno 2023, n. 5624
In questo caso, la Regione Lazio ha ritardato per tre anni il rilascio dell’autorizzazione sanitaria per un poliambulatorio privato, nonostante le pronunce favorevoli precedenti del TAR Lazio e i ripetuti solleciti da parte del richiedente. Il Consiglio di Stato ha condannato l’amministrazione, affermando che le condotte dilatorie costituiscono una violazione delle norme a tutela della concorrenza. La sentenza recita:
“Le condotte omissive e dilatorie dell’Amministrazione, non giustificate da alcuna necessità istruttoria, configurano una responsabilità colpevole per il ritardo, violando non solo le norme interne che regolano il procedimento, ma anche quelle poste a tutela della concorrenza e del mercato.”
TAR Lazio, 15 novembre 2019, n. 12875
In un altro caso riguardante il TAR Lazio, una clinica privata ha contestato il ritardo nel rilascio di un’autorizzazione da parte della Regione Lazio. La clinica aveva già completato tutti i lavori necessari per conformarsi alle norme edilizie e sanitarie, ma l’amministrazione continuava a posticipare la decisione. Il TAR ha riconosciuto il danno economico subito dalla clinica e ha stabilito che:
“Il ritardo nell’emanazione del provvedimento di autorizzazione costituisce una violazione del principio di buon andamento dell’amministrazione e comporta il diritto del richiedente a essere risarcito per i danni subiti.”
Consiglio di Stato, Sez. IV, 12 aprile 2021, n. 3274
In questo caso, un centro diagnostico aveva chiesto il rilascio dell’autorizzazione per ampliare la propria attività. La ASL competente aveva ritardato la concessione, sostenendo la necessità di ulteriori verifiche. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha ritenuto ingiustificata la dilazione dei tempi, affermando che:
“L’inerzia protratta dell’Amministrazione, senza ragioni giustificative adeguate, è contraria ai principi di efficienza e trasparenza dell’azione amministrativa e arreca un danno economico al richiedente che deve essere riconosciuto e risarcito.”
Consiglio di Stato, Sez. V, 30 settembre 2022, n. 7395
Un altro esempio recente riguarda il caso di un’impresa sanitaria che aveva richiesto l’autorizzazione per un nuovo laboratorio di analisi. L’amministrazione locale ha ritardato il rilascio del titolo, giustificando il ritardo con la necessità di aggiornare i parametri di fabbisogno assistenziale. Il Consiglio di Stato, pur riconoscendo la discrezionalità dell’amministrazione nella pianificazione sanitaria, ha affermato che il ritardo non giustificato violava il diritto del richiedente. Nella sentenza si legge:
“Il ritardo ingiustificato nell’emanazione di atti dovuti, soprattutto in ambito sanitario, comporta una compressione del diritto del privato ad accedere al mercato, con rilevanti conseguenze economiche che devono essere ristorate.”
Quali sono le principali conseguenze delle sentenze?
Le sentenze sopra riportate delineano alcune importanti conseguenze giuridiche:
- Responsabilità per ritardi ingiustificati: Le amministrazioni pubbliche possono essere condannate al risarcimento dei danni economici causati dal ritardo nel rilascio di autorizzazioni sanitarie.
- Tutela della concorrenza: Il ritardo nel rilascio di autorizzazioni può configurare una violazione delle norme sulla concorrenza, se limita ingiustificatamente l’offerta di servizi sanitari sul mercato.
- Danno emergente e lucro cessante: I giudici riconoscono il diritto al risarcimento sia per le spese sostenute inutilmente (danno emergente), sia per i mancati guadagni (lucro cessante) a causa del ritardato avvio delle attività.
- Obbligo di efficienza e trasparenza: Le amministrazioni sono tenute ad agire con tempestività e trasparenza, rispettando i tempi procedimentali previsti dalla legge.
Cosa devono fare i privati in caso di ritardi?
I soggetti privati che subiscono ritardi ingiustificati possono:
- Diffidare l’amministrazione a concludere il procedimento entro il termine previsto dalla legge.
- Adire il TAR per ottenere l’annullamento del provvedimento negativo o per contestare l’inerzia dell’amministrazione.
- Chiedere il risarcimento dei danni subiti, sia a titolo di danno emergente che di lucro cessante, se il ritardo è ingiustificato.
I ritardi ingiustificati nel rilascio di autorizzazioni sanitarie da parte delle amministrazioni pubbliche rappresentano una violazione dei diritti dei soggetti privati e delle norme che regolano il mercato. La giurisprudenza recente, come evidenziato dai casi sopra riportati, è chiara nell’affermare la responsabilità delle amministrazioni in tali casi, condannandole al risarcimento dei danni.
Conclusione
La sentenza del Consiglio di Stato del 2023 rappresenta un importante precedente per tutti coloro che operano nel settore sanitario privato. Le amministrazioni pubbliche devono prestare particolare attenzione nel rispettare i termini di legge per il rilascio delle autorizzazioni, pena il rischio di incorrere in azioni legali per danni economici.
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