La responsabilità sanitaria è un tema complesso, soprattutto quando le condizioni strutturali di una residenza sanitaria assistenziale (RSA) sono carenti. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16132 del 29 gennaio 2021, ha trattato una questione fondamentale: in che misura un sanitario può essere considerato responsabile di lesioni personali subite da un paziente in una RSA in caso di gravi carenze organizzative della struttura. Vediamo quali sono stati i punti chiave della decisione e se queste carenze possono essere considerate un’esimente per il sanitario.

Qual è stata la vicenda giudiziaria?

Il caso esaminato riguardava una degente in una RSA che aveva subito un grave deterioramento delle proprie condizioni di salute durante la degenza. La paziente aveva riportato lesioni gravi, tra cui ulcere da decubito, edemi declivi e infezioni, tutte condizioni che hanno compromesso la sua salute psicofisica e messo a rischio la sua vita. Le responsabilità attribuite sono ricadute su un’infermiera e un’operatrice sanitaria, le quali si sono trovate a gestire un numero eccessivo di pazienti a causa di gravi carenze organizzative della struttura.

Domanda: Le carenze organizzative della struttura possono costituire una difesa per il sanitario?

La difesa ha sostenuto che la carenza di personale nella struttura fosse così grave da impedire alle imputate di fornire la dovuta assistenza alla paziente. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto che, nonostante queste problematiche, il sanitario rimanga titolare di una posizione di garanzia nei confronti del paziente.

Cosa implica la posizione di garanzia del sanitario?

Secondo la giurisprudenza consolidata, gli operatori sanitari ricoprono una posizione di garanzia, come sancito dagli articoli 2 e 32 della Costituzione, per la tutela della vita e dell’integrità fisica delle persone affidate alle loro cure. Questa posizione li obbliga a intervenire per prevenire qualsiasi danno alla salute del paziente, anche in contesti di difficoltà organizzative.

Domanda: Quali obblighi derivano dalla posizione di garanzia del sanitario?

La posizione di garanzia implica che i sanitari debbano vigilare attentamente sulle condizioni di salute dei pazienti e segnalare prontamente eventuali peggioramenti. Nel caso in questione, la Cassazione ha sottolineato che le condizioni della paziente si erano deteriorate in modo così evidente da non poter passare inosservate neanche a un osservatore inesperto. Nonostante la carenza di personale, le imputate avrebbero dovuto prendere provvedimenti tempestivi per prevenire ulteriori danni.

La carenza di organico può costituire una giustificazione per il sanitario?

La Corte ha affermato che le carenze organizzative e strutturali non costituiscono un’esimente automatica per il sanitario. Sebbene le condizioni organizzative difficili possano essere prese in considerazione per valutare il contesto in cui si è verificata la condotta negligente, esse non esonerano il sanitario dal proprio dovere di diligenza. La responsabilità del professionista sanitario sussiste comunque se non vengono rispettate le regole cautelari che la posizione di garanzia richiede.

Domanda: Quali sono i limiti della responsabilità del sanitario in un contesto di carenza organizzativa?

La responsabilità del sanitario può essere esclusa solo se si dimostra che la condotta colposa di altri soggetti sia stata l’unica causa del danno subito dal paziente, una circostanza che la Cassazione definisce come “causa sopravvenuta eccezionale e imprevedibile”. Tuttavia, nel caso in questione, il degrado delle condizioni della paziente era stato così evidente e prolungato che non era possibile attribuire l’esclusiva responsabilità a fattori esterni o sopravvenuti.

Quali sono le implicazioni pratiche per i sanitari in queste situazioni?

In situazioni di deficienza organizzativa, il sanitario ha il dovere di attivarsi per cercare soluzioni alternative o per segnalare le difficoltà operative a cui è sottoposto. La mancata attivazione, anche in condizioni difficili, può comportare la responsabilità per lesioni personali colpose, come è avvenuto nel caso esaminato dalla Corte di Cassazione.

Domanda: Come può un sanitario prevenire situazioni di responsabilità in caso di carenze organizzative?

I sanitari dovrebbero sempre adottare un comportamento proattivo, segnalando tempestivamente le carenze organizzative ai superiori o alle autorità competenti e documentando eventuali difficoltà incontrate. Questo comportamento può costituire una prova di buona fede e può essere utile nel caso in cui si debbano difendere da accuse di negligenza.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione n. 16132/2021 conferma che le carenze strutturali e organizzative in una RSA non possono esonerare il sanitario dalla propria responsabilità penale in caso di lesioni personali colpose. La posizione di garanzia del sanitario implica un obbligo di vigilanza e intervento costante, indipendentemente dalle difficoltà operative presenti nella struttura.

In sintesi, i sanitari devono sempre agire con diligenza e adottare tutte le misure necessarie per proteggere i pazienti, anche in condizioni organizzative critiche. La responsabilità rimane in capo al professionista se non viene rispettato il dovere di attivazione che deriva dalla loro posizione di garanzia, e le carenze organizzative possono costituire un fattore aggravante anziché una difesa.

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