La carenza di personale medico e, ancor più, infermieristico nel settore sociosanitario è passata da notizia all’essere ormai un problematico presupposto per chi deve gestire e organizzare i servizi territoriali.

Una delle possibili risposte che la vigente normativa legittima, forse non ancora sufficientemente conosciuta, è la facoltà di ricorre al c.d. “deblistering”, ovvero l’allestimento di confezionamenti personalizzati – ad esempio per gli ospiti di RSA – da parte delle farmacie autorizzate, anche mediante l’utilizzo di sistemi automatizzati di dispensazione di forme farmaceutiche orali solide che possono essere riconfezionate in dosi unitarie e che possono anche interfacciarsi con sistemi informatizzati di prescrizione medica.

Il servizio, come riporta una recente circolare di Regione Lombardia, consiste nell’attività di sconfezionamento di un medicinale industriale già acquistato e riconfezionamento dello stesso da parte del farmacista in farmacia, in dosi personalizzate, per l’assunzione da parte del paziente sulla base della posologia individuata dal medico curante.

La corretta somministrazione dei farmaci, costituisce prerogativa indispensabile per garantire la sicurezza del paziente e prevenire il rischio di errori di terapia, azioni che si esplicano anche attraverso l’utilizzo di armadi farmaceutici robotizzati, che consentono una migliore aderenza alle raccomandazioni ministeriali, ad esempio in tema di manipolazione dei farmaci. Infatti, alla luce dei rischi legati alla manipolazione del farmaco, il legislatore italiano con il DL 158/2012, convertito dalla l. 189/2012 ha autorizzato le regioni a “sperimentare, nel limite delle loro disponibilità di bilancio, sistemi di riconfezionamento, anche personalizzato, e di distribuzione dei medicinali agli assistiti presso strutture ospedaliere e residenziali”. In ragione dell’introduzione di tale principio, Regione Veneto, prima in Italia, con dgr 1023 del 28 luglio 2021 ha emanato un provvedimento volto a definire un percorso atto ad uniformare le modalità di introduzione e utilizzo all’interno delle strutture residenziali sociosanitarie di un sistema automatizzato personalizzato di dispensazione di terapie in dose unitaria.

Il fondamento dell’attività di deblistering si rinviene invece nell’art. 1 comma 462 della Legge 27 dicembre 2019 n.160 (Legge di Bilancio 2020) che ha previsto “la possibilità di usufruire presso le farmacie, in collaborazione con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta e comunque nel rispetto di prescrizioni mediche, di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci”.

Al fine di migliorare l’aderenza terapeutica del paziente cronico garantendo pertanto la diffusione capillare del servizio a livello regionale, l’allestimento personalizzato della terapia può essere offerto anche alle farmacie territoriali, pubbliche e private, che non abbiano attivato tale servizio, a condizione che vi sia una idonea regolamentazione dei rapporti tra farmacie (anche con riguardo al trasporto e alla consegna del blister).

Aspetto non di secondaria importanza è che il servizio di allestimento personalizzato dei farmaci può essere offerto non solo al singolo cittadino/paziente che necessita di terapie croniche, ma anche a RSA o ad altre strutture sanitarie pubbliche e private.

Qualora il servizio di allestimento personalizzato dei farmaci venga reso a RSA o ad altre strutture sanitarie, sarà la struttura stessa a fornire al farmacista le prescrizioni relative al singolo paziente delle proprie terapie giornaliere per la durata massima di un mese.

Un tema strettamente collegato all’automatizzazione del processo di dispensazione personalizzata di terapia in dose unitaria è quello della prescrizione medica informatizzata.

L’innovazione tecnologica consente infatti operazioni di verifica e controllo – raccomandate a livello ministeriale – che garantiscono un abbattimento del rischio connesso alla fase di somministrazione dei farmaci, difficilmente integrabili in contesti analogici, soprattutto in un momento storico come l’attuale che vede una forte carenza di professionisti sanitari e operatori di interesse sanitario all’interno delle strutture sociosanitarie.

Anche le raccomandazioni ministeriali auspicano l’utilizzo della prescrizione informatizzata, a presidio di frequenti fattori di rischio legati all’illeggibilità della prescrizione cartacea, alla sua deperibilità, incompletezza o sull’utilizzo di abbreviazioni, acronimi, latinismi e, soprattutto, in funzione della riconciliazione farmacologica.